di: Rocciapolitana D'Abruzzo

Dalle pitture rupestri di Civitaluparella al borgo fantasma di Buonanotte

I comuni coinvolti

Da Quadri si raggiunge Civitaluparella, paese delle pitture rupestri situato su uno sperone roccioso dei monti Lupari, bagnato dal fiume Sangro. Il nome curioso risulta composto da “civita”, che indica un antico insediamento, e “luparius” che si riferisce al territorio circostante oppure al cacciatore di lupi, un tempo abitanti numerosi dei boschi circostanti. Il borgo, situato in un territorio abitato fin dalla preistoria, di cui sono stati trovati numerosi reperti archeologici, è stato edificato in epoca medioevale e conserva ancora i tratti tipici dell’antico abitato, con le case in pietra e le strette viuzze. La sua storia non è dissimile da quella di tanti altri paesi in tutt’Italia, passato di mano in mano da una signoria all’altra, anche grazie alla posizione strategica del suo antico nucleo fortificato di cui sono visibili i ruderi sul colle. Tra le cose da vedere a Civitaluparella vi è la Grotta Cese, appena fuori del paese, luogo dei ritrovamenti d’epoca preistorica ed i ruderi del Castello Caldora, nella parte alta del borgo, accanto alla chiesa dell’Annunziata e quella molto più antica di San Pietro Apostolo ricavata da una secolare abbazia benedettina. Dalla piazza, oltre ad una splendida vista panoramica della Val di Sangro e del massiccio della Maiella, si può notare la caratteristica disposizione del centro storico, articolato su vari livelli degradanti in cui si snodano scalinate, vicoli e stradine per la maggior parte percorribili solo a piedi, giungendo fino al “palazzo” cioè i ruderi dell’antica rocca, con la chiesetta dell’Annunziata.
Il territorio circostante offre numerosi scenari belli e suggestivi; tra questi il torrente Parello le cui acque formano una splendida cascata; il lago della Pantera e il lago della Torretta; il bosco Difesa, il bosco di Monte Pidocchio e il bosco delle Cese.

Da Civitaluparella si prosegue per Fallo.
Il primo documento che parla di questo piccolo borgo d’Abruzzo è relativo all’ XII secolo, quando era ancora denominato Faldum, feudo di un cavaliere,  ed era in possesso di Horrisio Borrello, discendente diretto della stirpe dei Figli di Borrello, signori di un vastissimo territorio tra Abruzzo e Molise. Il borgo conserva sostanzialmente intatto l’impianto urbanistico di fondazione medievale con le due chiese –  secondo i documenti erano poste extra moenia (fuori dalle mura) – che conservano due opere di assoluto valore artistico: la scultura lignea policroma della Madonna in trono con Bambino (metà del XIV secolo) e la meravigliosa ed elegante pala d’altare che ha per soggetto l’incoronazione della Madonna con Bambino, San Giovanni Battista e San Nicola di Bari (fine sec. XVI); quest’ultima è stata attribuita ad anonimo di scuola toscana, probabile seguace di Fra’ Bartolomeo. Nello scenario naturale di ondulazioni collinari e spuntoni rocciosi, dominano il paesaggio estesi boschi di querce in cui si nascondono i resti di antiche strutture insediative, le fontane storiche, i ruderi del Mulino della Selva sul fiume Sangro e sul colle denominato Fallo Vecchio, un’interessante area archeologica in corso di studio.

Da Fallo al borgo fantasma di Buonanotte oggi Montebello sul Sangro. Le origini del vecchio abitato risalgono al XII secolo. Nel corso del tempo il paese ha cambiato diversi nomi. In principio il comune era noto col nome di “Malanotte” diventando in seguito “Buonanotte”.  Nel XV secolo il paese fu feudo di Antonio Caldora. Una storia curiosa narra che, alle origini, gli abitanti persero una guerra locale. A causa di ciò gli uomini dovettero concedere per una notte le proprie mogli al nemico vincitore come prezzo della sconfitta. Per questo motivo per gli abitanti sconfitti il paese si chiamò  “Malanotte” mentre  per i forestieri vincitori il paese si chiamò  “Buonanotte”.  Un’altra leggenda racconta di un re di passaggio da quelle parti col proprio seguito, in una notte di bufera e di tormenta. Fermatosi nel castello gli avrebbe dato il nome di castel di Malanotte. Poi, in un’altra visita, in una notte di mezza estate, avrebbe esclamato “questa è una buona notte” e da qui il nome “Buonanotte”.  Il paese conservò questo nome fino al 1969 quando si decise di cambiarlo con l’attuale Montebello Sul Sangro. Montebello Sul Sangro consiste in una architettura di due nuclei: un paese vecchio e il paese nuovo.  Adagiato sul crinale del monte vecchio, Il vecchio paese è totalmente abbandonato a causa di una frana che lentamente lo distrugge. Il paese nuovo, poco distante, sorge sul versante orientale del Monte Vecchio, alla sinistra dell’omonimo fiume Sangro.

Da Montebello si segue il sentiero fino a Montelapiano, costruito sul crinale roccioso di Monte Vecchio, coperto di boschi e di pascoli. Le notizie di questo piccolissimo borgo sono solamente del XV secolo, quando fu oggetto di trasferimento, assieme ad altre località della zona da una casata all’altra dei potentati napoletani e romani dell’epoca medioevale e rinascimentale. Il suo centro storico è ancora molto ben conservato, con stretti vicoli e scalinate che si inerpicano sul monte, tra palazzi di mattoni e di pietra locale. Da vedere nel tranquillo borgo chietino vi sono alcuni edifici religiosi, come la cinquecentesca chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, restaurata nell’800, con un basso campanile appoggiato alla facciata. Interessanti anche la seicentesca Chiesa di Sant’Antonio da Padova, anch’essa restaurata duecento anni dopo e la chiesa di Santa Maria degli Angeli, appena fuori dall’abitato, ricostruita come era in epoca medioevale dopo la distruzione causata da un terremoto circa settant’anni fa. Nella passeggiata per il piccolo borgo si finisce inevitabilmente per giungere in Piazza Palazzo, dal quale si gode uno splendido panorama sulla valle del Sangro.